La foce del Bisagno nel 1854, in un dipinto di Ippolito Caffi.
Lo sbocco al mare del torrente è immediatamente alle spalle del pittore, che guarda verso ovest.
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Nel particolare si vedono i Molini di Cima. Oggi ne resta solo il toponimo nel nome di una via, ma i mulini sfruttavano l’acqua di un Bisagno che a lungo era stato navigabile dalla foce fino a Staglieno.
Del gruppo di case sopravvive oggi solo quella un po’ isolata al centro, da decenni sede di partito e di circoli culturali, all’incrocio fra le attuali Via Tortona e, appunto, Via Molini di Cima.
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Staglieno. Cartolina viaggiata (probabilmente, visto che il timbro è sbiadito) nel 1901.
Sulla sponda destra del Bisagno si vedono il cimitero e il vecchio borgo, che non è cambiato poi così tanto pur con l’arrivo del casello autostradale e della piastra.
Sulla sponda sinistra, invece, è cambiato tutto. L’edificazione massiccia della zona non era iniziata, mancavano sia i lungobisagni che Piazza Garrassini e Via Toti.
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Luigi Garibbo: la zona di Lungo Bisagno d’Istria (a destra) e Staglieno, in data ignota dell’800.
Dal momento che manca la necropoli, il dipinto è precedente al 1844.
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