"Un'unità delle Forze di Difesa Israeliane, che comprendeva soldati dell'unità cinofila e della polizia di #KiryatArba, ha fatto irruzione nella casa della famiglia Ajluni a #Hebron in seguito a informazioni su armi illegali.

Secondo l'unità del portavoce dell'IDF, la perquisizione della notte del 10 luglio ha portato alla luce un fucile d'assalto M16, un caricatore e munizioni.

Il figlio maggiore, sposato e con 3 figlie, è stato arrestato.
La sua detenzione è stata prolungata più volte.

26 membri della famiglia, tra cui 15 bambini, sono stati riuniti nell'appartamento di un fratello, Abdullah, e di sua moglie, Amal.
Come di consueto in questi raid, le donne e i bambini sono stati separati dagli uomini e tenuti in due stanze sorvegliate da soldati armati. ⬇2

La famiglia ha presentato denuncia di furto alla polizia di #KiryatArba il giorno stesso e i gioielli rubati dai soldati sono stati restituiti il giorno dopo, con la scusa che erano stati presi per errore.

I militari hanno successivamente dichiarato che sono state trovate armi nella casa della famiglia 'Ajlouni.

Ma questa affermazione non giustifica nemmeno lontanamente la violenza usata dai soldati quella notte, il danno incomprensibile che hanno inflitto alle donne e il terrore vissuto dai bambini e dal resto della famiglia. ⬇5

“La protesta sta arrivando alle radici del colpo di Stato”: questo lo slogan veicolato dai leader della protesta, che invitava a manifestare davanti alla casa di Ben-Gvir, nell'insediamento di #KiryatArba, questa mattina alle 11.

Ben-Gvir è effettivamente uno dei principali motori del colpo di Stato del governo, ma ce n'è anche un altro, molto importante: gli insediamenti, la loro espansione, il loro mantenimento e la volontà di annettere questi e tutti i territori occupati, senza concedere la cittadinanza israeliana ai milioni di palestinesi che vi abitano. ⬇5

Da lì, i quattro uomini sono stati portati alla base militare di #KiryatArba, dove sono stati tenuti per tutta la notte in un magazzino, sempre bendati e ammanettati da dietro con fascette.
Quando hanno chiesto da bere, i soldati si sono rifiutati di dare loro dell'acqua.

Al mattino, i quattro uomini sono stati portati alla stazione di polizia di Kiryat Arba, dove sono stati interrogati uno per uno, con l'accusa di aver aggredito coloni e soldati e di aver interrotto un'indagine.

In attesa di essere interrogati, gli uomini sono stati tenuti fuori sotto il sole cocente, ancora bendati e ammanettati con le mani dietro la schiena.
Fascette e bende sono state rimosse solo durante l'interrogatorio. ⬇4

"Venerdì mattina, 17 giugno, mentre 'Abd al-Karim al-Ja'bari (64), stava lavorando la sua terra nel quartiere di #alMakhul a #Hebron, è apparso dietro di lui un colono a volto coperto.
Lo ha colpito alla testa con un bastone e gli ha spruzzato spray al peperoncino in faccia.
Al-Ja'bari ha cercato di difendersi, ha colpito la mano del colono con un bastone, facendo cadere la bomboletta spray al colono. A quel punto, il colono ha raccolto un sasso e lo ha tirato ad al-Ja'bari, colpendolo al braccio, per poi colpirlo di nuovo in testa con il bastone.
Al-Ja'bari è fuggito con la testa sanguinante. Il colono lo ha inseguito e lo ha colpito alla testa per la terza volta. Al-Ja'bari è corso al cancello dell'insediamento di #KiryatArba e ha richiamato un soldato che stava lì, che ha iniziato a correre verso di lui. ⬇2

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