I lost a very loved furry friend last week. This week I learned this guy needed a home. I’m a sucker for pups that need homes. Missing my girl and already in love with this boy. #bergamasco #newpuppy #dogsofmastadon
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E, prima che anch'io "ve ne dia una fetta", qui si conclude la serie di toot semiseri dedicati a parole ed espressioni del dialetto #bergamasco.
Qui https://thatgiga.github.io/docs/2022-12-09-glossario-bergamasco.html li trovate raccolti in un'unica pagina.
#bergamasco #noxp
Fèta (sost. f.s.): fetta.
"Dà öna fèta" (dare una fetta) è un'espressione idiomatica che significa stancare, annoiare, infastidire. "Al mé n'a dacc öna fèta", "mi ha annoiato molto" .
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Strigòzz (sost. m.s.): cencio, straccio.
Per estensione, il sostantivo "striguzzù" è il vagabondo cencioso e il verbo "strigozzà" è vagabondare senza scopo.
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Ternegà (v. intr.): odorare intensamente.
Il verbo ha un'accezione piuttosto negativa e si usa quando l'odore - non necessariamente cattivo - risulta tanto intenso da dare fastidio. "La gh'ìa adòss tat de chèl pröföm, che la ternegàa", "aveva addosso tanto di quel profumo, che dava fastidio".
I found out today that this sweet girl may have (probably has) a tumor. Will know more Friday when test results come in. She’s only 6 years young. Positive thoughts needed #bergamasco #gooddog #dog
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Lòt (sost. m.s.): lotto, lotteria.
"Al vèghe al lòt" (lo vedo al lotto) è un'espressione idiomatica usata per descrivere una cosa posta in posizione precaria, sul punto di cadere o di rompersi.
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Panàda (sost. f. s.): zuppa preparata ammollando in acqua o brodo leggero del pane vecchio, successivamente cotta aggiungendo un uovo e mescolando fino ad ottenere una crema omogenea.
È chiamata "patrìt" la variante che prevede l'uso di pan grattato al posto del pane vecchio.
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Ncorladüra (sost. f. s.): è l'indolenzimento o il dolore muscolare diffuso che si avverte dopo un'insolita attività fisica che comporta l'accumulo di acido lattico nei muscoli. "Ncorlà" è il verbo usato per descrivere il trovarsi in quella condizione. "Ger só ndacc a caminà e adess g'o i gambe ncorlàde" (ieri sono andato a camminare e ora ho le gambe indolenzite).
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Stretép (sost. s. m.): nubifragio, temporale violento, con vento e grandine.
"Tép" è "tempo", come in italiano sia in senso meteorologico che fisico-filosofico. Il prefisso "stre-" corrisponde al prefisso accrescitivo italiano "stra-".
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Menemà (avv.): in quel mentre, in quel momento, proprio allora.
"Sìe dré a ndà a laurà, menemà 'l'è tecàt a fiocà" (stavo andando a lavorare, e in quel momento è iniziato a nevicare).
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Mè (v. int.): bisogna, si deve.
Analogo nel senso e nell'uso all'"il faut" del francese. Da pronunciare con la "è" aperta, dato che "mé" (con la "é" chiusa) significa "io".
Spesso usato al condizionale, "merès" (si dovrebbe), è un'invito garbato a compiere un'azione o a svolgere un compito a lungo rimandato.
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Sömelgà (v. int.): verbo impersonale. Usato alla terza persona singolare maschile, "al sömèlga" descrive la situazione che si verifica quando vedi i lampi e senti i tuoni di un temporale vicino, ma ancora non sta piovendo.
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Domà (avv.): appena, soltanto.
Da non confondere con il quasi omofono "ndomà" che invece significa "domani". Si narra di un bergamasco che, volendo rispondere in buon italiano a un forestiero che gli chiedeva dove fosse suo fratello, rispose "era qui domani adesso" per "al ìa ché domà adèss".
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Spèll (sost. m.): zoccolo, preferibilmente di quelli di legno, pesanti, tipo Dr. Scholl's.
"I put a spell on you, because you're mine" non significa quello che avete sempre creduto.
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Sigér (sost. m. s.): lavello, lavandino della cucina.
Il termine viene usato anche in senso scherzoso per definire una persona ingorda a tavola, specialmente se disposta a scofanarsi quel cibo che altrimenti resterebbe come avanzo. "To set pròpe ö sigér", ovvero "sei davvero ingordo".
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Dré (avv.): dietro.
"Is dré a + infinito" è la costruzione con cui si rende una frase progressiva, di quelle che in italiano si rendono con "stare + gerundio". È analoga nel senso e nell'uso all' "en train de + infinito" del francese. "Só dré a ndà": "sto andando".
Come risposta breve "só dré" significa "lo sto facendo", per dire invece "sono dietro" come avverbio di luogo si usa "só de dré".
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Pòta (int. inv.): è l'intercalare con cui in bergamasco si esprime il senso di rassegnazione davanti all'inevitabile, la constatazione che è così che va il mondo, che occorre pazienza (più lunga la "ò", maggiore la pazienza).
Se Douglas Adams fosse stato bergamasco, "pòta" sarebbe stata la Risposta, e non "42".
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Menacó (sost. m. s.): girino.
"Có", con la "ó" chiusa, significa "testa". Il girino della rana sembra portare ("menà") continuamente la sua grossa testa da una parte all'altra, il suo nome bergamasco deriva da questo movimento.