Non credo al caso. Penso che tutto avvenga per un motivo. E se sono qui, oggi, giusto in tempo per non perdermi questa mostra, forse è perché devo farlo sapere anche a voi.
Perciò se oggi, "per caso", siete nell'Ossola, se "per caso" vi interessano la #Storia e l'#arte, se "per caso" volete conoscere #DonneToste, fate un salto a Santa Maria Maggiore alla mostra di Serena Guerra.
Meno ancora furono coloro che vollero compiere ciò che risultò essere omicidio premeditato: alla fine solo cinque imbracciarono il fucile, tanto che lo stesso Castelli dovette far parte del plotone d'esecuzione, per assicurare che ci fosse un assassino per ciascun condannato.
Nella motivazione per il conferimento della Medaglia d'oro al valor militare a "Franca" si afferma che, concessale la grazia, lei la rifiutò per seguire fino in fondo la sorte dei suoi compagni.
Accettata la resa, la prima ad uscire fu "Franca", con un panno bianco attaccato a un bastone, seguita dai compagni di lotta. Subito "Falco" chiese assistenza sanitaria per Carminelli, ma il comandante Pompeo Casati rispose sprezzante: "Non serve chiamare un medico perché, tra poco, sarete comunque tutti morti".
Celebrato un processo farsa che vide tutti i sei condannati a morte, buona parte degli squadristi rimase in paese e solo uno sparuto gruppetto salì al cimitero.
Purtroppo a nulla valsero gli accorati appelli: "mi si rispose: «la legge vuole così»". Sulla scia di queste dolorose emozioni, don Ratti scrisse la cronaca dell'accaduto nel Liber Chronicus della parrocchia di Cima intitolandola "Mattinata infernale": è questa la fonte primaria cui attingere, prima che ideologia e chiacchiere mescolassero Storia e leggenda.
Ma torniamo a "Franca" e ai suoi compagni, che salgono verso il cimitero di Cima, incontro alla morte.
Non è dato sapere se tra la ribelle e la guardia ci fosse un coinvolgimento amoroso o non si tentasse, piuttosto, per tramite della "Franca", di convincere l'"Umberto Quaino" alla resa; ciò che è certo è che due Squadristi in incognito avevano individuato, il 20 gennaio, il nascondiglio dei ribelli e il 21 gennaio la Brigata Nera era pronta all'attacco.
Oltre a ciò, c'era anche la "questione Livia Bianchi": la vicenda di "Franca"s'innesta negli attriti già esistenti tra il Magg. Paolo Emiliano Castelli della Compagnia di Menaggio della Brigata Nera "Rodini" di Como e il Cap. Berneri della Compagnia di Porlezza della Guardia Nazionale di Frontiera. Tra i due non correva buon sangue e le chiacchiere di una possibile relazione di una ribelle con il Capitano Berneri diedero fuoco agli animi. E alle polveri.
Infine, il colpo più eclatante, quello messo a segno dai ribelli capitanati da "Falco" nella notte del 17 gennaio a scapito del fascista Bruno Raineri, titolare della fabbrica di cioccolato di Porlezza.
10, 12, 15 e 17 gennaio: quattro colpi messi a segno in una settimana erano intollerabili anche per un regime allo sfascio. Bisognava intervenire. Fu così che venne coinvolto il Centro anti-ribelli di Menaggio.
Mentre gli uomini dell'"Umberto Quaino" agivano di notte a mano armata, la colpa di "Franca" fu quella di accompagnarsi a un uomo in uniforme, e, secondo quanto riportato nella deposizione del Sala: "Devo segnalare che nella zona di Porlezza si parla molto dell'attività non molto limpida del Capitano Comandante della Compagnia Confinaria - Pare sia amico della dottoressa con la quale si è fatto vedere parecchie volte in paese [...]".
Aveva però preso parte alla ricognizione che aveva portato, la sera del 15 gennaio, al colpo di mano in casa del Commissario prefettizio di Carlazzo Ilario Sala. Cinque giorni prima "Franca" si era presentata nella bottega del Sala, in frazione San Pietro, in compagnia di un milite confinario di Porlezza affermando di essere la "Dottoressa" e segretaria dei ribelli.
"Franca" non era presente nemmeno due sere dopo, il 12 gennaio, quando, come emerge dalla denuncia del Commissario prefettizio di Osteno Amleto Camaiti, "alle ore 20 circa la solita squadra si è nuovamente presentata ad Osteno e ha perquisito le case del Segretario del Fascio e la mia" portandosi via 1 rivoltella Beretta calibro 9, circa 8 kg di salumi, mezzo chilo di lardo, vari liquori, tabacco, bombe a mano e un pugnale a serramanico.
Non c'era, lei, la sera del 10 gennaio a Osteno, quando tre individui si sono presentati a casa del Sig. Mario Figini, che commerciava in liquori, e presentandosi come Capitano, Tenente e Milite, armati di mitra, pistole e bombe a mano, si sono fatti consegnare 15 bottiglie di liquori vari e se ne sono andati ringraziando, dopo aver rilasciato una ricevuta (cedola di requisizione).
In quei freddi giorni d'inizio anno tirava una brutta aria: sulle montagne aveva nevicato già da novembre e faceva un freddo cane, ciò che restava del fascismo ormai sgretolato era intenzionato a sterminare i ribelli che, a loro volta, non se la passavano certo bene. Se all'inizio avevano avuto l'appoggio di una buona fetta di popolazione, adesso che la pace stentava ad arrivare e la fame si faceva sentire anche la solidarietà andava spegnendosi.
Forse fu davvero il desiderio di mostrarsi valorose e utili alla causa quanto gli uomini, forse ciascuna donna aveva una propria, personale motivazione che nessun trattato di Storia né di Sociologia potrà mai realmente indagare, fatto sta che nel gennaio del 1945 "Franca" si trova nei pressi di Porlezza, in provincia di Como.
(Tratto da "Storia delle donne partigiane: fu una Resistenza taciuta" di Stefania Maffeo)
La chiamavano "dottoressa" e "Franca", non era né l'una né l'altra: era una donna che, come molte, aveva scelto la resistenza e che, come molte meno, aveva deciso di dedicarvisi interamente.
"Per molti compaesani di quei tempi, le donne partigiane non avevano una vera fede antifascista. «Motivi carnali», dicevano.
“Franca”, una questione contorta¹
¹ Inizio qui un #pippontoot degno di @Lucatermite . Se avrete la pazienza e la voglia di seguirlo, scoprirete una vicenda forse poco nota della Resistenza.
#pippontoot #storia #donnetoste
Finito adesso di guardare, per la milionesima volta, "Scusate se esisto" (appena trasmesso da RaiMovie, un indennizzo per il canone estorto agli italiani), e, cavoli, è proprio un gran film!
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Scusate_se_esisto!
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Voi fate quello che vi pare, io adesso vado a picchiare un po' di gente!
...
Consenziente, eh, e perfettamente in grado di darmene altrettante! 😄🥊
@AccademiaMarziale eccomi qui!
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