Di tutte le illusioni
forse questa è la peggiore -
credere che ancora
qualcuno può toccarti
senza incrinare il ghiaccio
che ti regge, e frantumarti.
Come le note del secondo
trio di Schubert
si spande nell'aria della stanza
– questa mia prigione che conforta -
il tuo volto e si libra
sugli stipiti della porta cigolante,
sul pavimento impolverato,
sui piatti ancora da lavare,
e il grigio della piovasca
ti reclama; potessi per te
riveder l'azzurro e risentire
l'aria di Maggio che tarda ad arrivare.
Ma m'appari e mi dispari
a ogni battito degli occhi
e il letto freddo dall'assenza
come potrebbe mai redimere
il piombo che è nel cielo
e i rivoli d'acqua ai lati della strada.
Come le note del secondo
trio di Schubert
si spande nell'aria della stanza
– questa mia prigione che conforta -
il tuo volto e si libra
sugli stipiti della porta cigolante,
sul pavimento impolverato,
sui piatti ancora da lavare,
e il grigio della piovasca
ti reclama; potessi per te
riveder l'azzurro e risentire
l'aria di Maggio che tarda ad arrivare.
Ma m'appari e mi dispari
a ogni battito degli occhi
e il letto freddo dall'assenza
come potrebbe mai redimere
il piombo che è nel cielo
e il rivoli d'acqua ai lati della strada.
Come le note del secondo
trio di Schubert
si spande nell'aria della stanza
– questa mia prigione che conforta -
il tuo volto e si libra
sugli stipiti della porta cigolante,
sul pavimento impolverato,
sui piatti ancora da lavare,
e il grigio della piovasca
ti reclama; potessi per te
riveder l'azzurro e risentire
l'aria Maggio che tarda ad arrivare.
Ma m'appari e mi dispari
a ogni battito degli occhi
e il letto freddo dall'assenza
come potrebbe mai redimere
il piombo che è nel cielo
e il rivoli d'acqua ai lati della strada.
E non ci sei adesso
tra queste mura fumide, biancastre,
e mi pare che nessuno possa
davvero stare solo
finché vive, sotto queste nuvole arruffate,
questo cielo che violetto e grigio
si adagia sui tetti delle case.
E non ci sei adesso
tra queste mura fumide, biancastre,
e mi pare che nessuno
davvero stare solo
finché vive, sotto queste nuvole arruffate,
questo cielo che violetto e grigio
si adagia sui tetti delle case.
Si perde nel verde dei pini
la luce triste del meriggio
e l'aria tremula risuona
della tua assenza, mi par di risentire
un dolore antico che mi chiama
e mi seduce, sulla sedia cigolante dell'ufficio
sotto i neon quasi d'ospedale.
Potessi fugare via ogni tua tristezza
ogni tua ferita segreta consolare.
Chissà perché mi piaci
e come mai sto qui a pensarti
su questo terrazzo mentre guardo il mare
e vedo i rondinini volare
nel cielo quasi sonnolento della sera
tra le nubi biancoazzurre
e la cromìa d'acquerello della volta
dentro di me sembra quasi risuonare
e far da controcanto alla tristezza mia
che solo tu, ora, potresti consolare.
Ti penso, incessantemente
e quasi mi vergogno
di questi sussulti tardi dell'adolescenza,
di quest'oblìarsi delle asprezze della vita,
e in questo viver quasi da fanciullo
il tuo viso rivedo ad ogni passo:
sei nella voce delle onde
nel dolce odor del vento,
in ogni cosa adesso sei:
nel dondolìo soave delle barche,
nel sole tardo che s'imporpora sul mare,
e posso sentirti in ogni vicolo,
ogni casa, nei purpurei fiori sulla via,
nel lamento lontano del gabbiano.
:'(
Nulla desidero da questa vita
che ci è toccata in sorte
da quest'insensato viaggio
che dobbiamo sopportare;
ma per te soltanto
tenterei la via del mare.
Sia per te ogni alba dolce
e ti siano compagne le stagioni,
che non ti tocchi il tempo
e il dolore dei suoi inganni
ma ti siano miti i giorni
e il lento incedere degli anni.
Ma cosa ne sarà di questa vita mia
ora che hai scalfito la durezza della pietra
e sei venuta a rischiare le mie notti?
Ci annienterà la morte un giorno
ma forse non sarà vano il viaggio
se di ogni passo potessi farti dono.
Nulla desidero da questa vita
che ci è toccata in sorte
da quest'insensato viaggio
che dobbiamo sopportare;
ma per te soltanto
tenterei la via del mare.
Sia per te ogni alba dolce
e ti siano compagne le stagioni,
che non ti tocchi il tempo
dei suoi inganni
ma ti siano miti i giorni
e il lento incedere degli anni.
Ma cosa ne sarà di questa vita mia
ora che hai scalfito la durezza della pietra
e sei venuta a rischiare le mie notti?
Ci annienterà la morte un giorno
ma forse non sarà vano il viaggio
se di ogni passo potessi farti dono.
Ora che sei venuta, / che con un passo di danza sei entrata / nella mia vita / quasi folata in una stanza chiusa / a festeggiarti, bene tanto atteso, / le parole mi mancano e la voce / e tacerti vicino già mi basta.
(...)
(C. Sbarbaro)
Pensi di essere diverso
perché ti chiamano poeta
e hai un mondo a parte
oltre le stelle?
Hai guardato così tanto la luna
che non sai più come guardare,
sei come un povero cieco
non sa dove sta andando...
Vai a guardare i minatori,
gli uomini nel campo di grano,
e canta a chi combatte
per un pezzo di pane.
Poeta di tenere rime,
vai a vivere nella foresta
e imparerai molte cose
del taglialegna e delle sue miserie.
Vivi insieme al popolo,
non guardarlo dall'esterno,
che la prima cosa è essere un uomo,
e la seconda, poeta.
#mastosigh
#mastopoesia
#mastolatinoamerica
Atahualpa Yupanqui - El poeta
https://www.youtube.com/watch?v=vZ8mCjfCdZQ
#mastosigh #mastopoesia #mastolatinoamerica
Il mio sentimento non è amore
Va molto più in là
Cambia in ogni istante
Non abbraccia nessuno
Cripple Bastards - Il Sentimento Non è Amore
https://www.youtube.com/watch?v=77zdsRNdg6k