Gert :debian: :gnu: :linux: · @Gert
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Il linguaggio del corpo è stato indicato come “tutto il resto che la non può capire”.
Il punto, non colto, è che tutto quel “resto”, che arriva alla parola come “corpo”, è il fondamento stesso di ogni possibile comunicazione, non riducibile alla prospettiva informazionale di Shannon. È l’oltre del linguaggio, l’operatore che fa saltare qualunque codice, non avendo nulla da comunicare e da chiedere, essendo-ci già. Come la vita, tutto quel “resto” è parte di una significazione già data e in atto della quale siamo parte e, al tempo stesso, nella quale siamo chiamati a prendere posizione, a muoverci. La forza di tutto quel “resto” è ciò che irrompe nel linguaggio quando, non riuscendo a trovare le parole per manifestare immediatamente il senso di ciò che stiamo vivendo, finiamo per indicarlo con riferimenti al corpo e ai suoi vissuti: esperienze brucianti; far corpo morto; agire a sangue freddo; aver naso per gli affari; essere dei ficcanaso o di mano lesta; aver la testa pesante; le farfalle nello stomaco; il sangue che ribolle e le mani che prudono …
Quel “resto” - corporeità costitutiva dell’esperienza e dei processi di significazione in atto - implica un mondo co-generato non giustapposto. È il non calcolabile e per questo inafferrabile nella prospettiva che riduce l’esistenza a funzionamento. È la vita oltre l’ottusa prospettiva della AI.

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#ai #corpo #significazione #comunicazione #linguaggio

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