"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".
Parole rivolte da Gesù ai suoi apostoli, a chi ha chiamato a seguirlo più da vicino.
Parole valide per ogni sacerdote, religioso, consacrato: abbiamo ricevuto "gratis" la chiamata, abbiamo ricevuto tantissimo, e siamo chiamati a dare gratuitamente.
E, per quanto possiamo impegnarci a dare, non daremo mai tanto quanto abbiamo ricevuto.

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Quello che mi impressiona del #vangelodioggi #2dicembre è il fatto che Gesù non dica "guarite" o "tornate a vedere". Gesù fa leva sulla fede dei due ciechi: «Credete che io possa fare questo?» chiede, e alla risposta affermativa aggiunge: "«Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi."
Nei miracoli, nelle guarigioni fisiche o interiori ciò che fa la differenza (per cui avvengono o no) è la nostra fede. Lui opera secondo la fede.
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«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.»

Non basta andare in chiesa.
Non basta "dire le preghierine".
Non basta osservare i comandamenti a puntino.
La fede o è incarnata nella vita, o non è vera. Il che significa fare, concretamente, ciò che Dio vuole da me, qui ed ora. Mettere in pratica la sua Parola, i suoi insegnamenti, il comandamento dell'amore.

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"Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono".
Per seguire Cristo è necessario LASCIARE qualcosa. Sempre.
In questo #Avvento devo cercare di lasciare tutto ciò che mi impedisce di andar dietro a Gesù, tutto ciò che si interpone tra me e Lui.

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"Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini".
Erano già pescatori, nella vita, ma ora Gesù eleva il loro lavoro, lo fa diventare missione. Questo fa capire che Gesù se ci chiama a seguirlo non ci snatura dalla nostra vita, non ci è chiesto di diventare "altri" rinnegando il passato. Gesù costruisce a partire da quello che siamo, lo eleva, lo innalza: la santità si innesta su una base che è l'umanità, la natura umana.

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"Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli".
Il Signore non chiede di non studiare, ma chiede di farsi piccoli. Il che significa non inorgoglirsi del proprio sapere, mettendosi su un gradino "più su" rispetto agli altri e guardarli dall'alto in basso. Significa farsi uno fra tanti, farsi piccolo fra i piccoli, farsi "tutto a tutti" come faceva San Paolo.

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"Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto" dice il centurione. Parole riprese tali e quali nella messa in latino:"Dòmine, non sum dignus ut intres sub tectum meum", prima della Comunione. Se il centurione non si trova degno che il Signore gli entri in casa, ci possiamo forse sentire degni noi, che entri dentro di noi con la Comunione? Eppure l'Eucaristia è farmaco, medicina per i discepoli del Signore.
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"Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà". All'inizio dell'#Avvento il Signore ci chiede di essere attenti a ciò che succede nella nostra vita, a vivere e non lasciarci vivere, a scoprire l'azione divina nel "qui ed ora". Perché Dio c'è, fra le pieghe dell'apparentemente insignificante quotidiano.

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"Vegliate in ogni momento pregando". Come si può fare questo? Anzitutto, seguendo il consiglio precedente: stare attenti a non appesantire il cuore in dissipazioni, ecc. Il che significa: essere sobri, essere padroni di se stessi, essere temperanti. Che non vuol dire godere della vita, anzi: vuol dire goderne nel modo giusto, secondo Dio.

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"Le mie parole non passeranno".
Gesù è sempre lo stesso, ieri, oggi e domani. Per cui Lui è l'unico a poterci dare "parole di vita eterna", perchè parole eterne, che non passano. Amore, carità, perdono... sono parole sempre valide.
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«risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Alzati e mettici la faccia!
Con Lui non ci si può nascondere dietro ad un dito.

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